Outsourcing o insourcing? Un nuovo punto di vista

di Fabrizio de Santis La scelta tra insourcing (gestire la logistica internamente) e outsourcing (affidarla a terzi) rappresenta un nodo cruciale per molte aziende. Entrambe le opzioni comportano vantaggi e svantaggi, che variano in base a fattori strategici, operativi ed economici. Questo approfondimento mira a esplorare non solo le implicazioni più note delle due scelte, ma anche prospettive meno convenzionali per aiutare le aziende a orientarsi meglio e prendere decisioni consapevoli e sostenibili. L’articolo pensa in primis alla logistica distributiva, ossia a valle della produzione, ma possiamo ampliare il campo di applicazione in molti altri contesti lungo la catena della fornitura. Alcuni numeri aiutano a comprendere meglio: durante l’annuale convegno dedicato alla logistica conto terzi dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano la presentazione della ricerca ha evidenziato dei dati che restituiscono alcuni spunti interessanti sull’argomento: Il mercato della logistica conto terzi italiano vale 117,8 mld di euro (in continua crescita), che valgono il 45,5% del totale del mercato della Logistica in Italia; il numero dei dipendenti diretti del comparto è cresciuto del +15% tra i Top Player. In aumento anche i costi della manodopera (+4,3%); agli aumenti definiti dal CCNL si aggiungono fattori legati all’organizzazione del lavoro, a partire dagli accordi di secondo livello citati dal 18% delle aziende, dalla bassa produttività (18%) e dai problemi di assenteismo (16%). Doveroso evidenziare che questi ultimi punti dovrebbero essere tra quelli a favore dell’outsourcing. La caratteristica più ricercata dalle imprese committenti alla ricerca di servizi logistici in outsourcing è stata la flessibilità (44%).   Partiamo da una sintesi dei principali pro e contro delle due soluzioni: Vantaggi Insourcing: Controllo totale: potete gestire ogni aspetto delle operazioni, il know-how resta in casa, esercitato, diffuso e alimentato. Personalizzazione: adattamento alle esigenze del cliente o variazioni del mercato. Integrazione: le operazioni logistiche sono più facilmente coordinate con gli altri reparti. Filiera corta: diminuiscono i margini destinati ai vari passaggi della catena di fornitura, riducendo i costi di intermediazione. Svantaggi Insourcing: Costi fissi in percentuale più elevati: investimenti iniziali in infrastrutture, tecnologia e risorse umane (formazione, know-how). Rischi operativi: l’azienda si espone direttamente a inefficienze o problematiche logistiche. Mancanza di specializzazione: potrebbe risultare meno efficiente rispetto a fornitori specializzati quando la logistica non è strategica. Economie di scala: un 3PL ha senza dubbio più possibilità di ottimizzare risorse grazie a sinergie all’interno dei propri magazzini multi-cliente. Vantaggi Outsourcing: Riduzione dei costi: evidenti nel breve termine, si evitano investimenti iniziali e si paga solo per i servizi utilizzati. Accesso a competenze specializzate: i fornitori (3PL) offrono expertise specifica e soluzioni avanzate. Scalabilità: i servizi possono essere modulati in base alla domanda. Focus sul core business: consente di concentrare risorse su attività strategiche, lasciando le operazioni logistiche a esperti esterni. Flessibilità: un 3PL possiede una maggiore attitudine alla flessibilità e adattabilità ai picchi di lavoro. Svantaggi Outsourcing: Perdita di controllo: la dipendenza da terzi può ridurre la capacità di monitorare con efficacia le operazioni, non solo, l’azienda potrebbe perdere anche la sensibilità della funzione logistica, senza know-how e tarata su aspettative irrealistiche. Qualità: Il livello di servizio potrebbe non soddisfare le aspettative, difficile modificare gli obiettivi. Dipendenza da terzi: Problemi con il fornitore possono impattare sull’output complessivo del servizio. Costi variabili: Potrebbero crescere in modo imprevisto in base a contratti, volumi (es.: picchi). L'insourcing sembra l'opzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo sulle operazioni. Tuttavia, il controllo è davvero un valore assoluto? In un ecosistema in cui la velocità di adattamento conta più della perfezione, investire in un sistema interno rigido potrebbe trasformarsi in un boomerang. Il ritorno all’insourcing costringe le aziende a prendere atto di un fondamentale effetto collaterale: l’esternalizzazione della logistica molto spesso ha impoverito il know-how interno, causa una delega (talvolta miope) mirata solo al risparmio nel breve termine. Quelle organizzazioni logistiche non sanno più implementare senza outsourcing, perché negli anni di delega tattica hanno perso la capacità di gestire la catena di comando, determinante per coordinare il flusso operativo. Il controllo interno richiede un commitment direzionale su digitalizzazione e ottimizzazione dei processi, entrambi imprescindibili perché in dote portano efficienza e produttività con investimenti mediamen

Gen 14, 2025 - 10:36
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Outsourcing o insourcing? Un nuovo punto di vista

di Fabrizio de Santis

La scelta tra insourcing (gestire la logistica internamente) e outsourcing (affidarla a terzi) rappresenta un nodo cruciale per molte aziende. Entrambe le opzioni comportano vantaggi e svantaggi, che variano in base a fattori strategici, operativi ed economici. Questo approfondimento mira a esplorare non solo le implicazioni più note delle due scelte, ma anche prospettive meno convenzionali per aiutare le aziende a orientarsi meglio e prendere decisioni consapevoli e sostenibili. L’articolo pensa in primis alla logistica distributiva, ossia a valle della produzione, ma possiamo ampliare il campo di applicazione in molti altri contesti lungo la catena della fornitura.

Alcuni numeri aiutano a comprendere meglio: durante l’annuale convegno dedicato alla logistica conto terzi dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano la presentazione della ricerca ha evidenziato dei dati che restituiscono alcuni spunti interessanti sull’argomento: Il mercato della logistica conto terzi italiano vale 117,8 mld di euro (in continua crescita), che valgono il 45,5% del totale del mercato della Logistica in Italia; il numero dei dipendenti diretti del comparto è cresciuto del +15% tra i Top Player. In aumento anche i costi della manodopera (+4,3%); agli aumenti definiti dal CCNL si aggiungono fattori legati all’organizzazione del lavoro, a partire dagli accordi di secondo livello citati dal 18% delle aziende, dalla bassa produttività (18%) e dai problemi di assenteismo (16%). Doveroso evidenziare che questi ultimi punti dovrebbero essere tra quelli a favore dell’outsourcing. La caratteristica più ricercata dalle imprese committenti alla ricerca di servizi logistici in outsourcing è stata la flessibilità (44%).  

Partiamo da una sintesi dei principali pro e contro delle due soluzioni:

Vantaggi Insourcing:

  1. Controllo totale: potete gestire ogni aspetto delle operazioni, il know-how resta in casa, esercitato, diffuso e alimentato.
  2. Personalizzazione: adattamento alle esigenze del cliente o variazioni del mercato.
  3. Integrazione: le operazioni logistiche sono più facilmente coordinate con gli altri reparti.
  4. Filiera corta: diminuiscono i margini destinati ai vari passaggi della catena di fornitura, riducendo i costi di intermediazione.

Svantaggi Insourcing:

  1. Costi fissi in percentuale più elevati: investimenti iniziali in infrastrutture, tecnologia e risorse umane (formazione, know-how).
  2. Rischi operativi: l’azienda si espone direttamente a inefficienze o problematiche logistiche.
  3. Mancanza di specializzazione: potrebbe risultare meno efficiente rispetto a fornitori specializzati quando la logistica non è strategica.
  4. Economie di scala: un 3PL ha senza dubbio più possibilità di ottimizzare risorse grazie a sinergie all’interno dei propri magazzini multi-cliente.

Vantaggi Outsourcing:

  1. Riduzione dei costi: evidenti nel breve termine, si evitano investimenti iniziali e si paga solo per i servizi utilizzati.
  2. Accesso a competenze specializzate: i fornitori (3PL) offrono expertise specifica e soluzioni avanzate.
  3. Scalabilità: i servizi possono essere modulati in base alla domanda.
  4. Focus sul core business: consente di concentrare risorse su attività strategiche, lasciando le operazioni logistiche a esperti esterni.
  5. Flessibilità: un 3PL possiede una maggiore attitudine alla flessibilità e adattabilità ai picchi di lavoro.

Svantaggi Outsourcing:

  1. Perdita di controllo: la dipendenza da terzi può ridurre la capacità di monitorare con efficacia le operazioni, non solo, l’azienda potrebbe perdere anche la sensibilità della funzione logistica, senza know-how e tarata su aspettative irrealistiche.
  2. Qualità: Il livello di servizio potrebbe non soddisfare le aspettative, difficile modificare gli obiettivi.
  3. Dipendenza da terzi: Problemi con il fornitore possono impattare sull’output complessivo del servizio.
  4. Costi variabili: Potrebbero crescere in modo imprevisto in base a contratti, volumi (es.: picchi).

L'insourcing sembra l'opzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo sulle operazioni. Tuttavia, il controllo è davvero un valore assoluto? In un ecosistema in cui la velocità di adattamento conta più della perfezione, investire in un sistema interno rigido potrebbe trasformarsi in un boomerang. Il ritorno all’insourcing costringe le aziende a prendere atto di un fondamentale effetto collaterale: l’esternalizzazione della logistica molto spesso ha impoverito il know-how interno, causa una delega (talvolta miope) mirata solo al risparmio nel breve termine. Quelle organizzazioni logistiche non sanno più implementare senza outsourcing, perché negli anni di delega tattica hanno perso la capacità di gestire la catena di comando, determinante per coordinare il flusso operativo.

Il controllo interno richiede un commitment direzionale su digitalizzazione e ottimizzazione dei processi, entrambi imprescindibili perché in dote portano efficienza e produttività con investimenti mediamente limitati.

L’outsourcing sembra la scelta naturale per chi cerca flessibilità e competenze specialistiche, senza tante complicazioni. Tuttavia, esternalizzare non significa solo "pagare qualcuno che sa fare meglio di te", significa anche dipendere da un sistema che non controlli; quindi, una delega o una dipendenza pericolosa? Che succede se il tuo fornitore di logistica, nel bel mezzo delle festività natalizie, non riesce a gestire il picco di ordini? Oppure se, sotto pressione, aumenta improvvisamente i prezzi? L’outsourcing è spesso visto come una soluzione ai problemi di oggi, ma potrebbe creare vulnerabilità strutturali nel lungo periodo; diventa una scelta vincente quando si acquista valore aggiunto e partnership.

Allora come scegliere?

  • Volumi e complessità: Operazioni complesse e volumi elevati richiedono competenze specialistiche.
  • Budget: Valutare costi fissi dell’insourcing rispetto ai costi variabili dell’outsourcing (compresi i costi di intermediazione ad ogni passaggio della subfornitura)
  • Risorse: Valuta se hai il tempo e le competenze per gestire la logistica internamente.
  • Flessibilità richiesta: Se hai bisogno di rispondere rapidamente ai cambiamenti, l’outsourcing può offrire maggiore elasticità. Con il partner giusto.
  • Strategia aziendale: Se la logistica fosse un elemento differenziante per il tuo business, l'insourcing potrebbe essere una scelta da considerare.
  • Modello organizzativo: senza la consapevolezza che l’insourcing richiede un nuovo paradigma aziendale e la revisione dei processi (es.: People management, processi operativi interni e non più delegati a terzi), allora meglio non avventurarsi nell’insourcing, perché resteranno solo costi maggiori e inefficienze, senza raccogliere il meglio dell’azienda ripensata.
  • Generazione di valore: la ricerca al risultato economico immediato, porta spesso i 3PL ad operare con cinismo e talvolta miopia, scelte tattiche per il breve periodo senza piani di medio-lungo termine: il risultato è l’erogazione di servizi basilari, senza generazione di valore. In alcuni casi l’insourcing anche parziale darebbe migliori risultati con insospettabili savings operativi nel breve oltre che nel medio-lungo periodo. Da logistica a valore aggiunto a logistica della scatola vuota.

In una situazione così articolata, proviamo a guardare il campo da angolazioni meno scontate.

Nel mondo iperconnesso e competitivo di oggi, la logistica è solo un costo da ottimizzare o un trade-off tra controllo e flessibilità? La risposta non è semplice, forse la domanda stessa potrebbe essere sbagliata; spesso la logistica è una leva strategica per il successo aziendale.

Costruire un reparto logistico interno richiede tempo, un consapevole commitment dall’alto, con la promessa che l’azienda sarà pronta ad affrontare ogni sollecitazione del mercato.

Anziché rincorrere il controllo totale, le aziende potrebbero concentrarsi su orchestrare e collaborare; coordinare una rete di partner logistici e tecnologie per un equilibrio tra controllo e flessibilità, una catena della fornitura snella e pienamente efficace ed efficiente. Un esempio? Anziché affidare tutto a un unico partner, una soluzione potrebbe essere mantenere il controllo solo su alcune operazioni chiave e appoggiarsi con approccio modulare a partner esterni per attività scelte con un target ponderato di efficienza sistemica, conservando il controllo del flusso senza impattare sulla flessibilità.

Non è necessario scegliere, molto meglio costruire il proprio modello; la vera provocazione non è decidere tra insourcing e outsourcing, ma rifiutare questa dicotomia. Ogni azienda può implementare un modello logistico tailor made, basato su un mix di controllo diretto, collaborazioni strategiche esterne e tecnologie avanzate, non solo alla ricerca di risparmi immediati ma di piani che risultino, con migliori risultati, sostenibili da tutti gli stakeholders, compresa la catena della fornitura anche nel medio-lungo termine.

Resta fondamentale comunque partire da un’analisi interna dei processi, supportata da consulenti con esperienze qualificate e specifiche, con un’approfondita conoscenza del mercato di riferimento. No fai da te.

In un mondo in cui variabilità, incertezza, nuove tecnologie e le recenti evoluzioni nel mercato del lavoro nel settore, sono necessarie nuove letture strategiche sempre più frequenti; la flessibilità non è più una caratteristica opzionale ma la chiave per la sopravvivenza.

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