Usa, è iniziata la svolta energetica e climatica di Trump

Il panorama globale delle politiche energetiche e climatiche è al centro di profondi cambiamenti. Negli Usa, l’insediamento di Donald Trump segna un ritorno a politiche pro-fonti fossili e contro le rinnovabili, mentre l’Ue sta assistendo a un tentativo di revisione del Green Deal da parte del Partito Popolare Europeo, il partito di maggioranza di cui […] The post Usa, è iniziata la svolta energetica e climatica di Trump first appeared on QualEnergia.it.

Gen 21, 2025 - 14:54
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Usa, è iniziata la svolta energetica e climatica di Trump

Il panorama globale delle politiche energetiche e climatiche è al centro di profondi cambiamenti.

Negli Usa, l’insediamento di Donald Trump segna un ritorno a politiche pro-fonti fossili e contro le rinnovabili, mentre l’Ue sta assistendo a un tentativo di revisione del Green Deal da parte del Partito Popolare Europeo, il partito di maggioranza di cui è espressione la presidente della Commissione europea.

Rimane da vedere quali saranno gli impatti effettivi e di lungo termine di questi cambiamenti, ma sembra abbastanza evidente come l’avvicendamento fra l’ormai ex presidente Joe Biden e il neo-presidente Trump stia già segnando uno sparti-acque, e non solo per gli Stati Uniti (Cosa vuol dire l’elezione di Trump per rinnovabili, energia e clima).

Trump dichiara l’emergenza energetica negli Usa

Il primo giorno della nuova amministrazione Trump è stato segnato dalla dichiarazione di un’emergenza energetica nazionale, con l’obiettivo di promuovere la produzione domestica di energia, cercando al contempo di annullare le azioni del presidente Joe Biden per combattere il cambiamento climatico.

“L’insufficiente produzione, trasporto, raffinazione e generazione di energia costituisce una minaccia insolita e straordinaria per l’economia, la sicurezza nazionale e la politica estera della nostra nazione. Alla luce di queste constatazioni, dichiaro l’emergenza nazionale”, ha scritto Trump in uno dei suoi ordini esecutivi.

Tale dichiarazione permette a un presidente di sbloccare poteri speciali sul trasporto di petrolio e modificare il modo in cui l’elettricità viene generata e trasmessa. In particolare, si intende “facilitare l’individuazione, la produzione, il trasporto, la raffinazione e la generazione di risorse energetiche nazionali nelle terre federali, ma non solo”.

Gli ordini esecutivi firmati nelle prime ore dopo il giuramento includono:

  • Cessazione del Green New Deal. Tutte le agenzie dovranno sospendere immediatamente l’erogazione dei fondi stanziati attraverso l’Inflation Reduction Act (IRA), compresi, ma non solo, i fondi per le stazioni di ricarica dei veicoli elettrici. L’IRA ha mobilitato miliardi in crediti d’imposta per la transizione energetica.
  • Eliminazione del “mandato per i veicoli elettrici” che promuoveva l’acquisto di auto prive di motori endotermici.
  • Revisione immediata e cessazione entro 30 giorni di tutti i regolamenti che impongono oneri eccessivi all’identificazione, allo sviluppo o all’uso delle risorse energetiche Usa, in particolare petrolio, gas naturale, carbone, energia idroelettrica, biocarburanti, minerali critici e risorse nucleari.
  • Ritiro temporaneo di tutte le aree della piattaforma continentale Usa dalla locazione di impianti eolici offshore e revisione della normativa federale sule autorizzazione per i progetti eolici.
  • Emanazione di possibili linee guida entro 60 giorni per eliminare il calcolo del “costo sociale del carbonio” da tutti i permessi o le autorizzazioni federali.
  • Ritiro degli Usa dall’Accordo di Parigi sul clima e da qualunque impegno assunto dagli Usa nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico.
  • Massimizzazione dello sviluppo e della produzione di risorse naturali nelle terre federali e statali dell’Alaska, dando priorità allo sviluppo del gas naturale liquefatto (Gnl).
  • Revoca del blocco sulle esportazioni di gas naturale liquefatto, ampliando l’accesso ai mercati internazionali per il gas statunitense.

Conseguenze dell’azione politica di Trump

Le decisioni prese da Trump segnano il (ri)lancio di un aggressivo programma di ridimensionamento della politica climatica degli Stati Uniti, guidata da un presidente che rifiuta le basi scientifiche del cambiamento climatico.

L’uscita dall’Accordo di Parigi farà naufragare la promessa Usa dell’era Biden di ridurre l’inquinamento climatico fino del 66% entro un decennio. Viene meno, o almeno viene messo fortemente in discussione, l’impegno degli Usa a finanziare con gli altri Paesi ricchi spese per miliardi di dollari a sostegno delle nazioni più povere che soffrono di ondate di calore, inondazioni e innalzamento dei mari senza precedenti.

L’azione di Trump aumenta anche le probabilità che, senza la leadership degli Stati Uniti, il mondo rimanga ancora più indietro rispetto all’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento della Terra a 1,5 gradi Celsius, una soglia che potrebbe accelerare il ritmo dei danni climatici.

Fino a che punto Trump riuscirà a smantellare l’Ira, che ha beneficiato economicamente più gli Stati repubblicani che democratici, o a mettere i bastoni fra le ruote alle rinnovabili e ai veicoli elettrici, rimane tutto da vedere, anche se circolano già molte previsioni.

L’impatto positivo dell’Ira in termini di riduzione delle emissioni del settore trasporti, diventato la principale fonte di emissioni negli Usa, stava appena iniziando a manifestarsi, proprio ora che Trump vorrebbe demolirlo.

BloombergNEF ha ridotto le sue proiezioni sulla quota di veicoli elettrici nelle vendite di nuove auto negli Usa al 2030 da quasi il 50%, prima che Trump vincesse le elezioni, al 33%. Vari osservatori sono pessimisti su ciò che potrebbe accadere nei prossimi quattro anni.

Sebbene non sia chiaro quanto dell’eredità di Biden in materia di clima sarà annullato, ci sono pochi dubbi sul fatto che le politiche climatiche non progrediranno. “Si sta perdendo tempo“, ha commentato a BNEF Billy Pizer, presidente dell’associazione di ricerca ambientale Resources for the Future.

Revisione del Green Deal europeo?

L’elezione di Trump, e non solo, sta intanto sortendo degli effetti importanti di imitazione in Europa. Il Partito Popolare Europeo (Ppe), infatti, sta spingendo per una revisione delle politiche climatiche.

Nel tentativo di rilanciare la crescita economica e l’innovazione nel vecchio continente, il Ppe vorrebbe rendere meno stringenti le normative climatiche ed energetiche. In particolare, propone di:

  • Eliminare l’obiettivo per le rinnovabili al 2040.
  • Sospendere per almeno due anni il regolamento sulla tassonomia Ue, facilitando quindi gli investimenti in fonti non verdi, e il Meccanismo di aggiustamento alle frontiere per le emissioni di CO2 (Cbam).
  • Ridurre in generale la burocrazia per migliorare la competitività industriale.

In particolare, la legislazione sulla sostenibilità aziendale, come le direttive sulla rendicontazione (Csrd) e sulla due diligence (Csddd), così come il regolamento sulla tassonomia e il Cbam, risultano eccessivi e gravosi, secondo il Ppe.

Pertanto, propongono di sospendere l’attuazione di tali normative e di sostituirle con una regolamentazione omnibus che limiti l’ambito di applicazione sole alle aziende con più di 1.000 dipendenti, eliminando le sovrapposizioni legislative che causano una doppia rendicontazione e riducendo di almeno il 50% gli obblighi di rendicontazione per le grandi aziende.

“L’Europa ha bisogno di più crescita e posti di lavoro,” ha dichiarato il Ppe, sottolineando che “i prezzi dell’energia sono 2-5 volte più alti rispetto a Stati Uniti e Cina”.

Quello che appare, dunque, è che l’elezione di Trump stia spostando anche il maggiore partito europeo verso posizioni più liberiste in tema di clima e energia.

Dietro alla crescita delle rinnovabili ci sono comunque potenti dinamiche di competitività di mercato, convenienza economica e autonomia energetica che non dipendono dall’appoggio di Trump o del Ppe, anche se le politiche Usa e Ue possono certamente accelerare o frenare tali dinamiche.

In un contesto globale sempre più interconnesso, resta da vedere insomma come questi sviluppi influenzeranno gli sforzi collettivi contro il cambiamento climatico e a favore della decarbonizzazione e di una maggiore autonomia energetica.The post Usa, è iniziata la svolta energetica e climatica di Trump first appeared on QualEnergia.it.

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