Sinner e il vino della discordia, il Consorzio accusa: “Non è Primitivo di Manduria Doc”
Jannik Sinner, il campione trentino attualmente impegnato agli Australian Open di Melbourne, si trova al centro di una controversia che lo coinvolge indirettamente. Tutto nasce da un regalo che il campione ha ricevuto a Natale scorso: ben 73 bottiglie di vino rosso, omaggio del sindaco di Manduria, Gregorio Pecoraro, per celebrare le sue vittorie. Tuttavia,
Jannik Sinner, il campione trentino attualmente impegnato agli Australian Open di Melbourne, si trova al centro di una controversia che lo coinvolge indirettamente. Tutto nasce da un regalo che il campione ha ricevuto a Natale scorso: ben 73 bottiglie di vino rosso, omaggio del sindaco di Manduria, Gregorio Pecoraro, per celebrare le sue vittorie. Tuttavia, ciò che doveva essere un gesto simbolico e celebrativo ha scatenato polemiche e l’ira del Consorzio del Primitivo di Manduria.
Le bottiglie di “Rosso Jannik”, dedicate a Sinner, infatti, avrebbero dovuto rappresentare il prestigioso Primitivo di Manduria, ma per il Consorzio di Tutela non rispettano i requisiti necessari per fregiarsi di tale denominazione.
La vicenda
Partiamo da un’importante premessa, ovvero la vicenda del vino dedicato a Jannik Sinner, che ha scatenato una serie di polemiche, si sviluppa principalmente attorno a un’iniziativa del Comune di Manduria (Taranto), che ha prodotto una serie di bottiglie di vino destinate ad omaggiare il tennista altoatesino. L’idea era quella di celebrare le sue vittorie, in particolare quelle ottenute durante l’anno 2023, con la creazione di 73 bottiglie numerate, simbolicamente legate al numero di vittorie di Sinner.
Jannik Sinner è stato il destinatario simbolico, ma non ha avuto un ruolo diretto sull’iniziativa, che è stata promossa dall’amministrazione comunale di Manduria, con il supporto di un’azienda vitivinicola locale, Vinerie Baldari, che ha creato il vino dedicato a Sinner. Le bottiglie sono state prodotte e successivamente inviate come omaggio al sindaco di Sesto Pusteria, in provincia di Bolzano, paese di origine di Sinner, con l’intento di favorire un gemellaggio tra le due comunità.
Questo, però, ha innescato una serie di critiche e accuse. Prima i progressisti di Manduria (Manduria Migliore e Federcivica) hanno sollevato il problema legato al conflitto di interessi per il coinvolgimento diretto di Mauro Baldari, l’assessore all’Agricoltura e alle Attività Produttive di Manduria, la cui azienda, Vinerie Baldari, ha prodotto il vino. Definendola un’iniziativa “un atto incompetente e dannoso” per l’immagine del territorio, hanno anche chiesto pubblicamente le dimissioni degli assessori coinvolti e delle altre figure interessate.
In seguito anche il Consorzio del Primitivo di Manduria è insorto, dichiarando che le bottiglie in questione non potevano essere considerate autentiche.
Perché il vino dedicato a Sinner “non è Primitivo di Manduria Doc”
Secondo Novella Pastorelli, Presidente del Consorzio del Primitivo di Manduria, poiché nelle bottiglie celebrative di “Rosso Jannik” mancano della fascetta di Stato, l’uso della denominazione “Primitivo di Manduria” è improprio. Da qui, la richiesta di un intervento delle autorità competenti per fare chiarezza sulla situazione e l’invio a Jannik Sinner di alcune bottiglie di Primitivo di Manduria DOC e DOCG.
Come spiegato da Pastorelli, la fascetta di Stato è fondamentale per tutelare la denominazione, garantire la qualità del vino e proteggerlo da contraffazioni. Questa contiene informazioni cruciali (come il simbolo dello Stato italiano a garanzia, la sigla Doc certifricata e un codice a barre bidimensionale che consente di verificare la tracciabilità del prodotto). L’assenza di questi elementi rende impossibile considerare autentiche le bottiglie regalate al tennista.
L’ente ha per questo motivo condannato pubblicamente l’iniziativa, ritenendo che potesse danneggiare l’immagine del vino e dei produttori locali, oltre a minare la reputazione del Consorzio stesso.
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