L’utilità del coaching per uscire dalla povertà energetica
Nell’Unione Europea ci sono circa 220 milioni abitazioni, di queste circa 50 milioni non sono climatizzate adeguatamente, perché chi vi abita non può permettersi le relative spese energetiche. Sono quegli europei che vivono in una condizione di “povertà energetica”, intesa come l’impossibilità di spendere l’8% o più del proprio reddito in acquisti energetici. E ciò […] The post L’utilità del coaching per uscire dalla povertà energetica first appeared on QualEnergia.it.
Nell’Unione Europea ci sono circa 220 milioni abitazioni, di queste circa 50 milioni non sono climatizzate adeguatamente, perché chi vi abita non può permettersi le relative spese energetiche.
Sono quegli europei che vivono in una condizione di “povertà energetica”, intesa come l’impossibilità di spendere l’8% o più del proprio reddito in acquisti energetici. E ciò comporta, appunto, il taglio di quelle spese per poterne coprire altre considerate come più urgenti.
In attesa che i piani della Ue per migliorare l’efficienza del patrimonio abitativo continentale, per esempio isolando termicamente le case, cambiandone gli infissi e usando pompe di calore al posto delle caldaie, superino le resistenze nazionali e diano il loro effetto, si potrebbe venire incontro ai cosiddetti “poveri energetici” con interventi informativi su come ridurre le spese per climatizzazione ed elettricità.
Potrebbe sembrare un pannicello caldo. Di articoli sui giornali su come “risparmiare energia” se ne leggono in quantità a ogni rialzo di bolletta, ma per ora non sembrano aver sortito risultati eclatanti nel contenere questo tipo di difficoltà.
È convinto invece della loro efficacia l’olandese Joseph Llewellyn, che fa ricerche sullo sviluppo sostenibile al Senseable City Lab del MIT, dopo aver condotto un esperimento sul campo nell’uso dell’informazione sul risparmio dell’energia con 117 famiglie di Amsterdam, che, come altre 550mila nei paesi Bassi, vivono in povertà energetica.
“La povertà energetica è una cosa diversa da quella alimentare o da beni di consumo: l’energia è spesso l’ultima spesa che viene considerata nella lista. È qualcosa di invisibile, che si nasconde in tubi, fili e mura, spesso difficile da percepire e misurare, e con complicati dettagli tecnici. Davanti a questa complessità l’utente spesso non sa come fare per ridurre la spesa energetica e, al tempo stesso, mantenere un ambiente salubre in casa. Può solo sperare che i prezzi calino”, ha spiegato Llewellyn su Nature Energy (vedi studio in fondo all’articolo dal titolo: “Assessing the impact of energy coaching with smart technology interventions to alleviate energy poverty“).
Per capire come migliorare questa situazione di sostanziale impotenza Llewellyn e colleghi hanno visitato le famiglie selezionate, facendo alcune sedute di coaching energetico a domicilio su come ridurre consumi e la conseguente spesa, personalizzando le lezioni sui casi specifici di ciascuna abitazione, usando un tono semplice e amichevole senza colpevolizzare gli utenti per eventuali sprechi.
Tutte le famiglie alla fine del coaching hanno ricevuto un report sul loro utilizzo di energia, insieme ai suggerimenti su come migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione. Oltre a ciò, 50 famiglie hanno ricevuto anche un dispositivo intelligente che forniva aggiornamenti in tempo reale sul consumo di energia domestico.
Il periodo di prova è andato da ottobre a marzo 2023-24, per intercettare così anche l’uso del riscaldamento.
“I risultati sono stati molto chiari: i consumi elettrici medi fra le 117 famiglie nello stesso periodo del 2022-23, prima cioè dell’intervento di coaching, andavano per l’elettricità dai 180 kWh di ottobre ai 200 kWh di gennaio. Ma dopo l’intervento sono diventati 110 kWh a ottobre e 134 kWh a gennaio, con un calo lungo tutto il periodo del 33%”, specifica Llewellyn.
“Stesso risultato per i consumi medi di gas: prima dell’intervento variavano dai 74 metri cubi di ottobre ai 110 mc di gennaio. Dopo l’intervento sono scesi a 43 mc a ottobre e 64 a gennaio: una diminuzione del 42% per tutto il periodo analizzato”.
Si potrebbe pensare che forse l’inverno 2023-2024 sia stato più clemente del precedente, influendo sui risultati, ma non è così. Per un controllo sono stati monitorati anche i consumi in case che non avevano ricevuto il coaching sia nel periodo 2022-23 che nel 2023-24, constatando come fossero rimasti pressoché gli stessi.
“Se parliamo in termini di spesa, il totale medio delle bollette nel periodo, considerando costante il prezzo dell’energia, è passato da 1.200 euro, prima del coaching, a 710 € successivamente. Comparando questo dato con il reddito delle famiglie, siamo passati da una spesa per l’energia che era circa un decimo del reddito totale, a una che era scesa al 5%; in pratica il tutoraggio e l’intervento le ha fatte uscire dalla definizione di povertà energetica”, sottolinea il ricercatore del MIT.
Lo studio ha anche evidenziato l’importanza dell’uso di un dispositivo smart in casa per tenere sotto controllo in ogni momento i consumi.
Le 50 famiglie che lo hanno installato, in effetti, hanno speso meno per l’energia domestica delle altre: 610 euro rispetto a 810 euro.
“Ma l’aspetto interessante è che chi aveva ricevuto il dispositivo di controllo, in realtà lo ha usato davvero solo nelle prime 3-4 settimane, ma poi se ne è abbastanza disinteressato. Tuttavia, anche l’uso di breve termine è stato sufficiente per dare un feedback alle persone riguardo a quali comportamenti fossero legati a consumi più alti o più bassi del solito, e quindi a spingerle a modificarli”, dice Llewellyn.
E a proposito di comportamenti, quali sono stati i più efficaci?
Riscaldare solo le stanze dove si vive, spegnere il riscaldamento di notte, aprire le finestre 10 minuti al giorno (per ridurre l’umidità e cambiare aria e così aumentare il benessere percepito), chiudere le tende di notte e staccare l’alimentazione dei dispositivi elettronici quando non in uso, si sono rivelati quelli che più hanno ridotto i consumi.
Meno efficaci, anche perché meno seguiti, sono la riduzione di numero e temperatura dei lavaggi in lavatrice, e delle docce.
“Nelle famiglie con dispositivo elettronico, i consigli sono stati seguiti di più che in quelle senza, probabilmente perché potevano vederne in tempo reale l’efficacia”, ha fatto notare il ricercatore del MIT.
Insomma, un coaching personalizzato e non colpevolizzante può fare molto per ridurre i consumi energetici a parità di qualità della vita. Il dubbio, magari, è che questi comportamenti virtuosi incontrano presto il loro limite tecnico: più di tanto non riescono a far scendere consumi e spese, e non servono a migliorare l’efficienza energetica dell’abitazione.
In altre parole, per andare ancora più giù con i consumi e andare più su con la classe energetica dell’abitazione, servono gli “interventi pesanti”, dalla coibentazione di muri e tetto, al cambio degli infissi, dall’installazione di pannelli solari (termici e/o fotovoltaici) e batterie, fino all’uso delle pompe di calore.
“Questi interventi sono certo molto efficaci, ma spesso anche molto costosi: il tipo di famiglie su cui siamo intervenuti non se li può permettere. Inoltre, la maggioranza era in affitto e gli affittuari in genere non fanno importanti interventi di miglioramento energetico delle case, mentre il coaching aiuta anche loro”, dice Llewellyn.
“Però – aggiunge – abbiamo constatato come il 45% delle famiglie, dopo la fine della ricerca abbia continuato a lavorare su questi temi, anche arrivando a installare pannelli solari con i bonus statali, chiedendo miglioramenti agli infissi ai proprietari di casa, isolando meglio i muri o sostituendo gli impianti per l’acqua calda con altri più efficienti”.
Insomma, insegnare i temi energetici o la cosiddetta efficienza comportamentale, se fatto bene, può dare risultati sorprendentemente buoni in termini di riduzione di consumi e bollette proprio a chi più ne ha bisogno.
Ma la questione va anche oltre: rendendo meno “invisibile” la tematica dell’energia, si spingono le persone a informarsi ulteriormente e poi a intervenire in modo più sostanziale sull’efficienza e il comfort della propria abitazione, ottenendo così non solo benefici personali, ma dando anche un piccolo contribuito al successo della transizione energetica globale.
Puntare al risparmio di energia, anche del 10 o 20%, dovrebbe valere per tutti, per un beneficio economico e ambientale proprio e della collettività.
The post L’utilità del coaching per uscire dalla povertà energetica first appeared on QualEnergia.it.Qual è la tua reazione?