Fibercop, l’ad Luigi Ferraris pronto a lasciare per contrasti con Kkr. Oggi cda decisivo
Luigi Ferraris potrebbe dimettersi da ceo di Fibercop dopo sei mesi, a causa di divergenze con Kkr sul piano industriale. La questione sarà discussa oggi durante il Cda L'articolo Fibercop, l’ad Luigi Ferraris pronto a lasciare per contrasti con Kkr. Oggi cda decisivo proviene da FIRSTonline.
Luigi Ferraris potrebbe lasciare la poltrona di amministratore delegato di Fibercop dopo appena sei mesi dal suo ingresso nella società, nata dalla rete ex Tim. La notizia, anticipata dal Corriere della Sera e confermata da fonti di Milano Finanza, nonostante la smentita ufficiale dell’azienda, sta facendo discutere.
Il ceo, alla guida della società controllata dal fondo americano Kkr (socio di maggioranza) con partecipazioni del Tesoro (16%) e del fondo F2i (11,2%), starebbe valutando seriamente l’ipotesi di dimettersi. Vediamo cosa sta succedendo e quali potrebbero essere gli scenari futuri.
Nodo dimissioni al centro del Cda di Fibercop
Secondo quanto emerso, il tema delle dimissioni di Ferraris dovrebbe essere affrontato durante il consiglio di amministrazione di Fibercop, previsto per oggi giovedì 23 gennaio. Il Cda, già fissato per discutere il nuovo piano industriale e altre priorità, potrebbe diventare il teatro di un confronto decisivo. Fonti interne riferiscono che, pur non essendo stata formalmente richiesta dagli azionisti, una decisione in merito alle dimissioni potrebbe essere accolta dal board. Se Ferraris decidesse di lasciare, le deleghe potrebbero essere temporaneamente redistribuite all’interno del management, come previsto dallo statuto, in attesa della nomina di un nuovo ad che dovrà ottenere il gradimento del Tesoro e riflettere gli obiettivi strategici del gruppo.
Fibercop: perché Ferraris potrebbe lasciare?
Dietro al possibile addio di Ferraris ci sono le difficoltà nel gestire il piano da 12 miliardi di euro per lo sviluppo della rete, legato agli obiettivi del Pnrr Italia a 1 Giga, che scade a giugno 2026. Le visioni contrastanti tra i soci sono emerse chiaramente: il fondo americano, orientato a una logica di mercato, e il Tesoro, che deve considerare gli interessi pubblici, hanno creato difficoltà nel processo decisionale. Inoltre, ci sono stati disaccordi tra Ferraris e il presidente Massimo Sarmi, rappresentante del Tesoro nel Cda, oltre che con il fondo Kkr, che è particolarmente attivo nella gestione della società. Anche il direttore finanziario Andre Rogowski, al centro delle riserve da parte del fondo americano, potrebbe vedere la sua posizione rivista a breve.
Alcuni analisti ritengono che l’ex numero uno di Fs abbia rappresentato il profilo ideale per gestire la delicata fase di separazione di Fibercop da Tim, ma meno adatto a guidare la società nella realizzazione del nuovo piano industriale. Questo potrebbe aver contribuito alla crescente tensione con gli azionisti.
Il futuro di Fibercop: tra fusione con Open Fiber e ruolo del governo
Il futuro di Fibercop è strettamente legato alla possibile fusione con Open Fiber per la creazione di una rete unica nazionale. Kkr sembra pronto a negoziare con la rivale, ma l’operazione è ostacolata da sfide antitrust e dalla sovrapposizione nelle aree nere, le più redditizie e competitive, dove le due reti si intrecciano. Un altro grande ostacolo è il ruolo del governo, azionista di minoranza in Fibercop e di maggioranza in OF tramite Cdp (60%) e il fondo Macquarie (40%), che rende la situazione particolarmente complessa.
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